Il Pane per l'Anima
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Il messaggio del 13/09/2006 e':

Commento al Messaggio del 25 agosto 2006
(Messaggi Medjugorje)

SOLTANTO NELLA PREGHIERA SARETE VICINI A ME ED A MIO FIGLIO

"Cari figli, anche oggi vi invito: pregate, pregate, pregate. Solo nella preghiera sarete vicino a me e a mio Figlio e vedrete come è breve questa vita. Nel vostro cuore nascerà il desiderio del cielo. La gioia comincerà a regnare nel vostro cuore e la preghiera scorrerà come un fiume. Nelle vostre parole ci sarà solo gratitudine verso Dio perchè vi ha creati, e il desiderio di santità diventerà per voi realtà. Grazie per aver risposto alla mia chiamata." Messaggio del 25 agosto 2006

La Vergine Maria non s’è arresa, il suo amore non è cambiato, così come non sono cambiate le parole dei suoi messaggi che costantemente pronuncia e ci rivolge. Ciò che ha fatto per suo Figlio fa anche per i Suoi fratelli e sorelle, per tutti coloro che sono diventati suoi figli. Il suo mano è ora così grande che può coprire tutti coloro che vi cercano conforto.

Maria desidera che nella preghiera conosciamo la brevità di questa vita e l’eternità per la quale siamo stati creati. Esiste soltanto un’unica e perfetta via per la quale possiamo conoscere l’eternità, e questa è la preghiera. Con la preghiera ci rivolgiamo direttamente a Dio. E sappiamo che in Lui si uniscono il passato ed il futuro, uniti in un PRESENTE eterno. Aprirsi a Dio significa aprirsi all’eternità.

“Soltanto nella preghiera” – ci dice Maria. Ma in quella preghiera sincera, devota, che nasce dal cuore, e non in quella recitata superficialmente, malvolentieri, sterile. Ci apriamo veramente a Dio, quando preghiamo? Esiste un modo di pregare che non ci libera completamente dalla propria prigione interiore, ma chiediamo a Dio che ce la renda un po’ più confortabile. Finché limitiamo la portata della nostra preghiera, ci sarà preclusa la possibilità di sollevarci verso l’eternità. Per progredire nella preghiera, occorre pregare per cose più importanti. “Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno” (Mt 6, 31 – 32).

Se la preghiera non ci cambia, allora dobbiamo cambiare la nostra preghiera ed il nostro modo di pregare. Soltanto nella preghiera c’avviciniamo a Maria ed a Gesù, e soltanto nella preghiera conosciamo ciò che altrove non possiamo conoscere.

La gran parte della gente è ansiosa e stressata. Talvolta non siamo neanche coscienti del nostro stato d’ansia. Così come quelle persone che, non consapevoli del loro stato di smarrimento, diventano coscienti dei loro pensieri vaganti soltanto quando iniziano a pregare. La causa delle tensioni e degli affanni sono la mancanza d’apertura e di fiducia in Dio. Come il sangue desidera scorrere libero ed indisturbato per le nostre vene, come l’aria desidera ventilare i nostri polmoni e donare ossigeno all’intero corpo, così la Vita di Dio, che abita il profondo della nostra anima, desidera colmare l’intero nostro essere ed attivare le nostre forze. La tensione c’impedisce d’accettare l’amore di Dio.

La preghiera non è soltanto un semplice esercizio, ma è la vita stessa. Chi intende dedicarsi alla preghiera deve decidere fermamente di elevare spesso, nel corso della giornata, il proprio spirito, soprattutto il proprio cuore, verso Dio. Se non facciamo questo, e permettiamo che i nostri pensieri vaghino senza meta, l’esperienza ci dimostrerà cha la preghiera è impossibile. La preghiera riguarda il nostro cuore e la nostra vita. È frutto dell’amore, e l’amore non possiamo limitarlo ad un tempo determinato.

Maria desidera che conosciamo quella felicità che niente e nessuno ci può dare. Desidera che diventiamo santi. Essere santo significa semplicemente diventare ciò per cui siamo stati creati. Non essere santo contrasta con la nostra natura. Essere santo significa essere un individuo unico, sano e normale, creato ad immagine e somiglianza di Dio.

Padre fr. Ljubo Kurtovic
Medugorje, 26.8.2006




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